GLADIOLUS ITALICUS
Dal viottolo di campagna
una macchia porporina attirò
il vago sguardo.
Improvvisa, febbre di contagio
la prese, cosi decise
che, quel fiore negletto,
bistrattato, per l'ardire di fiorire,
in una vigna
zappata e rizzappata, all'infinito,
doveva vivere, non da fuggiasco
ma, da primo attore,
fra le riserve del suo cuore
dove espandersi,
senza limiti e confini,
era permesso.
Al limitar di maggio,
una lingua ingioiellata,
da piccole campane,
in inguainata spada
si fece, piano, piano, strada
regalando, con munifico ardore,
un miraggio, d'incomparabile grazia.
Alla brama mai sazia, concesse,
in sottofondo, concerto armonico.
Foto: Gladiolus Italicus
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