mercoledì 22 gennaio 2014

LE STAGIONI


Indugia l'anima
sull'andamento delle stagioni
parafrasando quelle alle sue,
che, con fasi identiche,
ripete.
Sfaccettature sì  difformi
ma, sostanzialmente ognuna
ha incognite e leitmotiv.
Nell'acerba stagione
germoglia, come gemma,
il pargolo nel grembo
e di vita, nutre la sua,
ancora in fasce.
Bianco candore come
linfa scorre da seno
a boccuccia senza denti.
E, primavera  piena di vigore,
mostra l'ansia di crescita
dell' imberbe a maturo frutto.
Estate, di delizie ha ricolmo il grembo.
Avvezza a sorridere  nell'andirivieni,
motivo perenne dell'onda,
non s'accorge che di già, qualcuno,
le ha rubato prestanza e sudore.
Rivestita dell'autunnale abito
fra  nebbie del suo tempo,
spaesata, stanca posa,
come foglia morta, al suolo,
la venere malinconica.
Pietosa,
la stagione morta,
con immacolato manto,
la ricopre,
cancellando  la sua orma.
Così,  di ogni passare,
rimane, sospesa traccia,
su trama impalpabile
di  passeggera tramontana.










LA PRIMAVERA


L'ESTATE

 















L'AUTUNNO










L'INVERNO


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