martedì 7 febbraio 2012

FRA LE PIEGHE DEL SILENZIO



Se sapessi dirti perchè piango,
non mi nasconderei fra i rovi del passato.
Se sapessi la ragione della pena
l'affiderei al vento, per disperderla lontano.
Se sapessi aprirti il mio cuore
per la sua fragilità, ti pregherei
di custodirlo, come  un tesoro antico,
fra le pieghe del silenzio,
dove assisa sta la verità.





Se potesse scegliere
d'essere diversa,
da  quel che è
ha varie indecisioni:
se scegliere d'essere
nube, d'impalpabile
sostanza quando lieve
si solleva, nell'azzurro cielo
oppure diventare 
roccia quando, l'onda
ruscellante sbronza, 
che detesta, cerca di sfiancarla
per farla suddita
dell'infido elemento,
o polenta, priva di placenta
disseccata dal rigore del no,
per avversione all'univoco
informe o,
come ultima possibilità
salvifica,
volgendo
gli occhi al cielo, sceglie d'essere,
guglia di cattedrale persa
dietro pareti rupestri,
dove, ancora aleggia,
giove pluvio, il mito
del rigenerato.









Assurdo, assurdo
che,  non s'accorga
che io sia per lei,
nella corrente impetuosa,
l'insenatura dove
l'onda si sofferma,
pensa  e, non deborda
alla mercè, d'altrui
volontà distruttrice
che, la travolge.
Assurdo, assurdo
la diversità che,
ci fa come sponde,
infinite parallele
che mai s'incontrano.





Biblica ammissione:
E Dio creò l'uomo a sua immagine e somiglianza".
Se veramente, così è stato,
Dio è - Cosa Brutta.


Per non morire
altrove, vaga ronzando,
come  ape, qua e là.
Nel fiore sugge nettare
che oblia il male, per non morire.




L'universo chiassoso frastuona
in sfera di cristallo.
Come luna sognante,
ripone, in ogni stella,
un desiderio non realizzato.
Ali la sorreggono là dove, cade.
Per occhi puri, per occhi di fango.
diversa immagine rimanda,
 mentre,
a soliloquio inascoltato,
camminando
sul viale, a passi stanchi,
monolitica appare.
A mozzichi si concede.
Dietro quinte chiuse,
sta la sua faccia vera.
Girovaga fra orde,
come ombra,
ma non s'arrende.
Diverso pensiero racchiude
 tra virgole ripetute,
in un componimento,
monotematico, l'antica trama.
Genuflessa,
al Dio che non perdona,
lana cardata, ma mai filata,
perchè, nessun disegno,
mai fu progettato,
sfalda in pulviscolo,
nella sfera celeste.











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