martedì 21 febbraio 2012


Ho incontrato sul treno
Roma - Milano,
tanti ragazzi
in jeans e maglietta
confusi, trasandati,
farfalloni, finti
o veri, sapientoni.
Avevano un che di diverso,
 ognuno a suo modo.
Mi ricordarono mio figlio
buco nero, pieno di mistero.
Ma che poesia, in quei volti,
nelle tasche e nelle toppe
nelle braghe un po' calate
e nelle scarpe sporche.
 Notandoli pensai che,
il duro della vita, in fretta
da quella pelle serica
scivolava via,
come sorgente giù dal monte,
perchè l'ora, d'altro intendere,
lontana stava,
da  occhi grandi  e lucenti,
come  fulgide stelle,
nei quali,  si specchiava,
 ancora, l'innocenza,
dell'età dorata.

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