lunedì 8 aprile 2013

IL MIO GRIDO DI DOLORE DEDICATO A TE, PADRE MIO, CHE MI HAI CREATA, LIBERA

Ho ascoltato Saviano
ed ho pianto
pensando all'uomo
divenuto, paradosso,
 di se stesso.
Ho ascoltato Saviano
ed  ho pianto
per la natura oltraggiata.
Ho ascoltato Saviano
ed ho pianto
per la dignità
divenuta
fuggiasco coniglio.
Ho ascoltato Saviano
e la pena,
per tante brutture,
mi ha sconvolto
l'anima.
poiché ho pensato a voi,
miseri derelitti,
che avete condotto
a tutto questo.
Or, rivolgo un accorato
appello, a te,
giovine compagno,
figlio, amica, amante
affinché intraprendiate,
la rivoluzione del basta.
Rivolgete lo sguardo al cielo
dove troverete riflessa
la grande verità:
l'uomo è parte
di quella eterna
bellezza atta
a sconfiggere Caino
semplicemente
se, dice no.
No, alla droga,
no, allo strapotere,
no, ai diritti calpestati,
no, ai cinici interessi
no, ad ogni cosa,
dove l'odor del male
aleggia e,
come nebbia,
avvolge e penetra,
sin nel midollo
delle ossa.
Siate umili, siate liberi.
Nel breve soffio della vita,
ascrivete, la vostra,
 migliore parte
scritta e letta già,
tante volte,
fra le rughe
di un umile volto.


Rif: Roberto Saviano




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