giovedì 19 gennaio 2012

I perchè del volere un giardino possono essere tanti e partire da un inconscio che, pur se tentiamo di analizzare, rimane sfuggente ed oscuro.
Io ho la fortuna di abitare in una città di mare pertanto con spazio ideale per vacanze all'aperto, in un palazzo contornato da un piccolo parco eppure, l'esigenza di far vivere i miei figli in un contesto di assoluta libertà per buona parte della loro vita, è prevalso su ogni altra ragione. Da ancestrali ricordi, focalizzai che, loro, al contrario di me non avrebbero mai potuto correre a piedi nudi su campi appena arati o su lunghe mulattiere polverose contornati da peschi e mandorli in fiore, fare gustose scorpacciate di frutti con deliziosi sapori per la bramosia del corpo e dell'anima, ne fare le arrampicate sugli alberi mete delle bravate del giorno o avere un mondo di quiete e di bellezza ove a far rumore fossero solo le albe e i tramonti che di luce magica riempiono lo spazio. A tutto ciò ho aggiunto, con la conoscenza, (apertura delle menti) la voglia di vedere e far vedere a loro tante altre diverse meravigliose fioriture da aggiungere a quelle primordiali della mia infanzia. Oggi, nonostante i sacrifici e le rinunce, vedendo verso quale baratro, se non verrà fermato, sta andando il mondo, nella mia piccola oasi, contornata dai miei ragazzi, solamente purtroppo nei periodi di vacanze, con cui, dopo la parentesi di insofferenza alla vita di campagna nell'età dell'adolescenza, ora sono in comunioni d'intenti, nutriamo la mente e il cuore di gioie inenarrabili che solo la natura sa dare.



















































Foto: Laburnum Anagyroides ed altre fioriture

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