lunedì 27 febbraio 2012

Quel odor che l'erba
ed ogni fronda,
sprigiona a primavera
l'ho nelle nari,
come profumo di giovinezza,
a tartassare l'essere,
 di bisogno di divino.

Nel caduco e nel pesto
scorgo l'orrore d'essere
nello specchio dell'anima,
ritratta, come vecchio riflesso.

Che fantasia e che giostra,
si para innanzi
quando iris, glicini e spiree
come accavallate stelle
di luce abbagliano
togliendo al giorno nuvolo,
la sua irritante malinconia
mentre,  in ripetuti guizzi,
s'attarda, estraniata,
la pupilla a sognare,
un tempo  diverso, concepito
in relazione, all'essere che sono.



 



Il nome del mio blog è quello di una raccolta di poesie  pubblicate anni addietro. Questo titolo trae spunto dalla mia interiorità e  dal volto del soggetto rappresentato sulla copertina che, una piccola ancella, anima dell'anima mia ha disegnato per me a soli 13 anni. Già, sono solo semplici rappesentazioni di ragioni fragili e pure, tuttavia, quanta genialità  e poesia dal paradigma dell'amore. Questa dedica va a quei tre, terribili ma, tanto amati monelli per i quali ho speso e spendo, ogni giorno, della mia vita.










Foto; Spirea Vanhouttei- iris, glicine





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