Quel odor che l'erba
ed ogni fronda,
sprigiona a primavera
l'ho nelle nari,
come profumo di giovinezza,
a tartassare l'essere,
di bisogno di divino.
Nel caduco e nel pesto
scorgo l'orrore d'essere
nello specchio dell'anima,
ritratta, come vecchio riflesso.
Che fantasia e che giostra,
si para innanzi
quando iris, glicini e spiree
come accavallate stelle
di luce abbagliano
togliendo al giorno nuvolo,
la sua irritante malinconia
mentre, in ripetuti guizzi,
s'attarda, estraniata,
la pupilla a sognare,
un tempo diverso, concepito
in relazione, all'essere che sono.
Il nome del mio blog è quello di una raccolta di poesie pubblicate anni addietro. Questo titolo trae spunto dalla mia interiorità e dal volto del soggetto rappresentato sulla copertina che, una piccola ancella, anima dell'anima mia ha disegnato per me a soli 13 anni. Già, sono solo semplici rappesentazioni di ragioni fragili e pure, tuttavia, quanta genialità e poesia dal paradigma dell'amore. Questa dedica va a quei tre, terribili ma, tanto amati monelli per i quali ho speso e spendo, ogni giorno, della mia vita.
Foto; Spirea Vanhouttei- iris, glicine
0 Commenti:
Posta un commento
Iscriviti a Commenti sul post [Atom]
<< Home page