Primavera non andare,
resta un po' a giocare
con zefiro che,
chiome rosee,
muove,
si che pare
s'agiti anche il sole.
Primavera non andare,
resta un po' a sognare
tra le timide viole
che, sol con te,
schierano il loro colore.
Dietro l'uscio preme,
la polverosa estate,
che di promesse
e sorprese si è
incipriata il naso e,
come marionetta
dalla corda inceppata,
l'insana
irrompe di passione,
fra spighe dorate
mentre,
ancora,
sospiro te primavera,
nunzio di quell'umile fiore
sbocciato fra le rovine
quel venerdì d'aprile.
Irripetibile incanto che
ammanta.
Primavera non andare.
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