sabato 23 aprile 2016

FRA MILIARDI DI CONFUSE COSE

Tu, come gentile  amante
 sei sostegno alle mie pene
e, correndomi incontro,
di vesti evanescenti, drappeggi
gli orizzonti dei miei giorni.
Tu,  respiro degli alveoli
soffocati di dolore dell'anima
genuflessa dall'orrido  fato,
fraterno, con pioggia di petali
rendi gli sconnessi passi, lievi.
Tu, statico e pur mutevole
addobbi, caritatevole,
di bellezza senza tempo
la volta che mi comprende.
Per vivere,
a dialogare con te, meschina riprendo
l'antico verseggiare  e mi lascio
andare sull'onda  dei ricordi
all'era, oramai giurassica,
dell'infinito passato,
d'altro impregnato,
per sollevare il velo
della statica malinconia
che mi avvolge e mi confonde
fra miliardi di confuse cose.



























































Foto: Viburnum Opolus Sterile

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