FRA MILIARDI DI CONFUSE COSE
Tu, come gentile amante
sei sostegno alle mie pene
e, correndomi incontro,
di vesti evanescenti, drappeggi
gli orizzonti dei miei giorni.
Tu, respiro degli alveoli
soffocati di dolore dell'anima
genuflessa dall'orrido fato,
fraterno, con pioggia di petali
rendi gli sconnessi passi, lievi.
Tu, statico e pur mutevole
addobbi, caritatevole,
di bellezza senza tempo
la volta che mi comprende.
Per vivere,
a dialogare con te, meschina riprendo
l'antico verseggiare e mi lascio
andare sull'onda dei ricordi
all'era, oramai giurassica,
dell'infinito passato,
d'altro impregnato,
per sollevare il velo
della statica malinconia
che mi avvolge e mi confonde
fra miliardi di confuse cose.
Foto: Viburnum Opolus Sterile
0 Commenti:
Posta un commento
Iscriviti a Commenti sul post [Atom]
<< Home page