SULLA SCIA DEL TEMPO
Al poggio, solerte,
maggio ha steso
il volto e,
illuminato da luci
che, di sembianze
diverse, lo veste,
appare radioso,
all'affaccendato stuolo
che, della sua linfa,
si nutre. Su tetti,
su verdi teste
spettinate,
fra rovi, fra guizzi,
un tessere e un vociare,
mentre, con gare
infinite, il cielo
riempiono di brio.
Sospira,
chi per altri ha tessuto
altro nido e, nel giorno
che ricorre la sua festa,
sola,
nella contea del colore,
del ricordo, s'ammanta di dolore
per ciĆ² che, irrimediabilmente,
sulla scia del tempo,
che tutto sciupa e consuma,
ha perduto.
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