sabato 21 marzo 2015

IL CRUCCIO

Il cruccio,
(non  la tua assenza  tu,
in altra forma, sente,
le sei accanto),
è non vederti, parlarti, sentire
il tuo respiro, come
quando accanto a lei dormivi.
Quisquilie allora non curate
ma ora ... ora cosa pagherebbe
per udire ancora la  maschia voce,
il caldo respiro,  rivedere
lo stoico, orgoglioso volto,
su cui la tua storia, in solchi
profondi,  come in romanzo  di fiaba,
si leggeva tutta di un fiato.
E in quegli occhi  malinconici,
non induceva mai, sguardo sfacciato,
per non ferire la tua ritrosia
a mostrare le ferite dell'anima.
Non debolezze ma l'eroica forza
solo mostravi. Qualsiasi nemico
era da sconfiggere, a qualsiasi costo.
Squisito Don Chisciotte
a cui, inconsciamente, ti  ispiravi. Tu hai
donato la vita senza ripensamenti
facendoli  eterni debitori  del bene
più grande,  l'essere stati compagni
di un uomo senza eguali.
Il cruccio è: essere divenuti, ora, identità
disgiunte di un diverso parallelo.              




Foto: Rosa  Albertine







































Foto: Rosa Bourbon Queen










































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