UNA MATTINA DI MARZO...
Una mattina di marzo mi svegliai ma contrariamente al solito restai impietrita nel letto si era spenta all'improvviso quella voglia di fare e di dire ancora si alla vita.
Lacrime amare erano il segno visibile di un dolore senza fine ma poi , non so come e perché mi alzai, forse a dare l'input al mio quotidiano fare fu la vista, al di la della vetrata della camera, del mini giardinetto creato in una cesta di vimini nella quale era spuntato un giacinto dal colore rosa. Non dico niente di nuovo se rivelo che il giacinto possiede una di quelle profumazioni che mandano in delirio la mente e nel periodo che racconto era e penso in generale sia, il fulcro dei pensieri giardinieri anche nei momenti meno leggeri. Ebbene, nella veemenza del suo fiorire mi ero accorta già da tempo che il gambo non reggeva il peso di quella meraviglia e mi ostinavo ogni volta a rimetterlo in posizione verticale cioè la sua giusta posizione ma inevitabilmente lo ritrovavo inclinato di lato, rasoterra al terreno. Così proprio in quella mattina malinconica e fosca di tristezza che invitava a restare a letto accadde che, trovandomi ancora quel problema dinanzi agli occhi, mi alzai di scatto e corsi a correggere quel difetto con un metodo più efficace, lo aiutai a restare dritto legandolo ad un sostegno, uno stecco di legno conficcato nella terra ed un legaccio di rafia. Vi sembrerà strano ma, nonostante l'inerzia del momento del risveglio, il sorriso e la voglia di vivere tornò prepotente ad illuminare l'alba di una giornata che si era annunciata tinta di un malinconico grigiore.
Foto: Giacinto mon amour