Un puzzle di forme e colori
come sinfonia magistrale
si para dinnanzi a stupite pupille
quando, oltrepassando lo steccato,
lungo il viale, fra essenze profumate
e corpi statuari, i cipressi,
colonnato di tempio egizio,
imperturbabili appaiono
nel loro imperioso scuro talare.
Oltre, tutto si smembra e si rinnova
A gara ori bruni, verdi o rossi sfuocati
accendono l'autunno fecondo che,
fra mestizia e letizia, con ridenti colori
regala nuziale parata d'oriente.
Le "Purezza", artistiche rose donzelle
cingono come corona il tronco del ginkgo.
Solo al solstizio del giorno
il sole, di albe e tramonti annebbiati,
accende d'oro perlato
il soggetto al centro del quadro.
Spiccano fra foglie di cuoio,
verde bottiglia,
della magnolia grandiflora
mandarini, arance, limoni
dolci o aspre delizie
del raffinato palato.
Le piracanta, i corbezzoli
d'aranciato o di rosso colore dipinti
incendiano il grigio soffitto d'aria, sospeso.
Su anthemis, lentamente, si spoglia
lagerstroemia, fiabesco affresco dell'ora.
Gli anemoni nel candore del sogno
che suscitano, in ogni angolo,
in vista o celato che sia, illuminano
dando alla scena, stupore.
Ogni pianta, della variegata collezione,
come amante ammiccante, sfodera,
la sua suadente malia.
Sequela di turbamenti infiniti.
Per non tediare, smorza la fiaba
ma rapito da ultima nota di beltà,
sospeso e imbambolato si sofferma
ancora ad elogiare il tenero
arabescato disegno di foglie
giallo canarino, del talicrum,
quando, baciato dal sole,
l'ombra staglia sul prato.
Affascinato trasvola,
entrando nella leggenda
dell'incommensurabile divino.
Prima che l'inverno bussi alla porta
nell'iride imprigiona un fuoco
di scoppi multicolore poiché
poi, ognuno nudo o adornato che sia
si acquieta ma, nell'apparente
conquistato tempo del riposo
già si prepara al risveglio
nella tremula, giovine primavera
che, ad ogni ritorno,
di promesse carica si porge.
Le stagioni del suo giardino,
incantesimo assurgente dell'anima che
stride, con ogni altra cosa, d'intorno.
Foto: Corbezzolo