ED IO CON ALTRI

Come automa vivo una realtà che,

non mi appartiene.

Solo a me succede o,

anche a te, accade la meme chose?

La tua voce al telefono è

gioia e tormento,

la tristezza infinita, in essa celata

mi strazia sino a morirne.

Ma non posso dirtelo

rara e fragile come sei, ti perderei.

Come ramazza dai fili d'oro,

spolvero il velo di mestizia

che ricopre il nostro tempo,

con sogni e poesie.

Le uniche cose preziose

che non costano niente.

E lo squarcio reca roseo colore d'intorno.

Casto giglio, figlio di un idea che,

ardita, spalanca la porta dell'infinito.

Scolpita come statua,

dal foglio irrompi nel tempo

ed io con altri, ti osservo e ti miro

e mi par di volare, come deputato migrator,

verso un lido lontano, al tepore, 

di un soffio di felicità.

                                                                                        Foto: Peonie arboree

PENSIERO AL MIO GIARDINO

Nello scorrere vorticoso del tempo,

che aggiunge e toglie senza consenso

nel tuo volto, fra fior d'ogni colore

si è dipanata il soffio di una vita.

E quel volto come carta da parati

ancor ora  è effige indelebile

che mitiga la mestizia del momento.

Addio, addio al sogno realizzato

che, per l'abbandono,

struggente altro  è diventato.

Ma, per diverso ragionamento,

consola il pensiero che per altri

nel groviglio informe  dell'insieme

per arcano s'intessono vite e destini 

a corollario d'altri mondi.